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Giu 14

L’Arte e La Complessità del suo ruolo nel XXI secolo

luca_filipponi1[1]Siamo di fronte ad un decennio cruciale e determinante per il futuro dell’arte contemporanea in quanto cambierà il mondo e quindi anche il modo di interpretare e promuovere l’arte. Tra qualche anni il secolo breve sarà considerato a pieno superato e le opere continueranno ad essere ben quotate ma sono e saranno i rapporti tra tutti gli attori del settore a mutare, cambiare e modificarsi.

Sotto questo clima di cambiamento, in tempo di piena crisi, è giusto e doveroso creare una Sorta di Biennale dell’arte contemporanea, cioè lo Spoleto International Art Fair che con le sue trenta mostre diviene a pieno titolo annoverata una sorte di Biennale Internazionale con sede a Spoleto, la città dei Due Mondi, della quale il critico e direttore artistico si è perdutamente innamorato ed in molti da veri passionari dell’arte contemporanea abbiamo cavalcato e condiviso questo entusiasmo.

 Socrate ha affermato che “una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”; ebbene, la partecipazione di tanti artisti a questa straordinaria manifestazione è davvero stimolante, perché indica chiaramente la loro tensione conoscitiva, la loro vocazione all’espressione dei propri talenti e delle proprie inclinazioni, così come ha rilevato acutamente un grande psico-pedagogista contemporaneo, Howard Gardner, per il quale gli individui  sono dotati di intelligenze multiple, corrispondenti a multiformi inclinazioni e potenzialità soggettive.

E la ricerca conoscitiva, associata al talento ed al carattere multiforme dell’intelligenza, trova nell’arte un “terreno di coltura”, un “habitat vitale” di straordinaria rilevanza. La pittura, in particolare, non si limita a tradurre in forme o immagini l’immensa e sfuggente varietà della Natura e dell’Essere, ma riesce a donare un senso profondo alle forme stesse, riesce ad andare oltre il contingente e l’effimero, scoprendo significati e rimandi che non siamo in grado di cogliere nella nostra quotidianità, priva dell’illuminazione proveniente dal  momento artistico.

Grazie all’arte e alla pittura, la Natura lascia intravedere i suoi nascosti segreti; come afferma Charles Baudelaire, nei suoi  Fiori del male, “è un Tempio la Natura… che l’uomo attraversa tra foreste di simboli che gli lanciano occhiate familiari”; ebbene, l’artista è in grado di captare questi segnali misteriosi, di muoversi verso l’Assoluto e l’Eterno, verso l’essenza della Natura e dell’Uomo. Permettetemi, a questo punto, di citare due grandi scrittori del Novecento: il primo, Henry Miller, ha scritto che “l’arte non insegna nulla, a parte il significato della vita”; il secondo, Marcel Proust, ha affermato che “grazie all’arte, invece di vedere un solo mondo, e cioè il nostro, noi lo percepiamo moltiplicato, così che infine i mondi a nostra disposizione sono tutti quanti gli artisti”.

Questa straordinaria moltiplicazione delle possibilità umane, che costituisce l’autentico dono dell’arte e della pittura all’umanità, ci indirizza ad una percezione profonda dell’Universo, che è fuori di noi e dentro di noi; come scrive Benedetto Croce, “ogni schietta rappresentazione artistica è se stessa e l’universo, l’universo in quella forma individuale e quella forma individuale come l’universo”.

Grazie all’arte, allora, la vita viene, per così dire, trasfigurata, diventa più ricca e più bella, sia per l’artista che per il fruitore dell’opera d’arte.    Perché l’approdo di questa inesausta ricerca, che è al tempo stesso conoscitiva ed estetica, è, come afferma splendidamente Platone nel Simposio, il “grande mare del bello”, ovvero l’orizzonte metafisico, al di là del tempo e dello spazio, di una distesa luccicante di fronte alla quale il soggetto resta incantato ed ebbro di gioia nel contemplare lo scintillio del sole che si rifrange all’infinito nel movimento delle onde…

Benvenuto a Spoleto a Giammarco Puntelli(direttore artistico di Carrara ),Michele Greco(direttore Marketing di Firenze), Giuseppe Menozzi(artista di Modena), Ernesto D’Orsi(critico Romano), Massimo Bigioni(direttore del festival della pace-laziale), Daniele Taddei( collezionista marchigiano), Alessandra Lupo (critica romana) e tanti altri che apportano a questa manifestazione un grande valore aggiunto personale, mediatico,relazionale ed anche economico.Per tentare di ricostruire la grande autostrada Spoleto-New York Spoleto ha bisogno di persone che vengono a dare e non a prendere, di imprenditori della cultura e non di prenditori, di critici ed amministratori con idee e voglia di fare, non sicuramente di qualche intellettuale dei salotti buoni.

Spoleto International Art

Il presidente

Prof.Luca Filipponi

                                      

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