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Gen 26

Comunicare l’Europa compie dieci anni

Dieci anni, dieci anni veramente intensi, ma veloci pieni di arte, di cultura e di Europa e soprattutto pieni di entusiasmo e di voglia di fare e di scoprire nuove cose e nuovi mondi con chi ci segue dalla prima edizione come il prof Giuseppe Catapano ed il prof Francesco Petrino o chi ci segue con passione e grande entusiasmo da circa 5 anni come la Dr Paola Biadetti e l’avv Angelo Sagnelli e poi grazie ai tanti artisti che nel corso degli anni sono stati protagonisti ed hanno contribuito a fare di questo premio un momento d’incontro interessante, culturale ed un importante momento di relazioni pubbliche internazionali.
Cari amici, non siamo ipocriti almeno tra noi, ci sono tanti premi ed io li rispetto tutti, perché ognuno di essi rappresenta un piccolo valore aggiunto su qualcosa, ma consentitemi che ce ne sono alcuni molto noiosi, altri molto frivoli basati solo sui tacchi a spillo e sfilate edulcorate. Ma un premio è sempre un premio e bisogna rispettare, questi momenti , anche nel momento della celebrazione e nel cerimoniale ed in quello delle pubbliche relazioni che molto spesso contribuiscono a decidere cose importanti o a smistare problematiche molto complesse. Nel Comunicare l’Europa abbiamo voluto parlare di Europa, ma in ogni edizione lo abbiamo fatto parlando di cose diverse e mutevoli, come il rapporto con gli Usa ( oggi di grande attualità) o con la Russia oppure con i Paesi Arabi e con le varie realtà emergenti dell’america latina e non da ultimo, con la tanto amata e dibattuta Cina, seconda patria del nostro direttore artistico prof Sandro Trotti. Abbiamo parlato anche delle criticità dell’Europa con Antonio Tajani in tempi non sospetti e per la precisione nel lontano 2004, abbiamo affrontato il tema della burocrazia Europa e nel tempo negli ultimi anni abbiamo cercato di tracciare una via culturale all’Europa Bruxellese molto ferma ed attenta di più alle dinamiche economiche e politiche che non alle vicissitudini dei suoi cittadini. Ed allora cosa meglio dell’arte ci può indicare la via per una nuova Europa che in qualche modo dovrà essere riformata. La cultura il confronto e l’eterogeneità dell’Europa vanno amplificati con la tecnica delle buone prassi e dal confronto tra studenti, cittadini, imprese, volontari, educatori al fine di creare il cosiddetto “effetto moltiplicativo” che in questo caso non è un effetto leva monetario, economico o occupazionale, ma un valore aggiunto culturale che non può essere calcolato e non potrà mai essere calcolato, così come il valore ed i risultati comunicativi e relazionali che si ottengono attraverso questa manifestazione che è divenuta tra le più accreditate e gettonate dal panorama nazionale ed internazionale. Ed allora, per i 10 anni del Comunicare l’Europa e per gli 11 anni dalla morte del maestro d’arte e musicista Giancarlo Menotti non potevamo che celebrare questa figura che ha inventato l’asse Spoleto-New York e che ha fatto tanto per unire l’Italia e l’Europa agli Usa ed al resto del mondo attraverso la sua creatura: il Festival dei Due Mondi, un grande laboratorio artistico, culturale e di sperimentazione sociale e comunicativa, un contenitore per il suo genere, quasi unico , allora come oggi. E pensare che qualcuno voleva declassare il suo operato a semplice nostalgia canaglia…che torna in mente solo a chi ha la coda di paglia. Ma sono certo che Giancarlo o il suo fantasma nella giornata di oggi sarà sopra di noi, e riderà in faccia a noi stessi che lo ricordiamo, a quelli che non lo ricordano o a quelli che lo ricordano in modo inappropriato o antistorico perché l’arte, la cultura ed alla fine anche l’Europa, così come diceva di New York Francis Scott Fitzgerald non è altro che una grande insalatiera..o meglio una Salad Bowl nella quale tutti noi prima o poi dovremo mangiare… spero in un’altra vita.. soffro di mal di pancia.

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